Si possono escludere persone dall’associazione per il modo in cui votano?
Una associazione può escludere una persona per il credo politico? Quando è giusto fermare una persona dal portare determinati simboli, e quando invece è troppo? Discriminanti sociali, logiche e di appartenenza che stanno mettendo in crisi il già fragile mondo dell’associazionismo, in cerca da tempo di nuovi volontari ma frenato dall’accettare tutto e tutti.
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9 Comments
Graziano Calanna
Ottobre 16, 2018at 4:44 pmTeoricamente no, un’associazione deve essere apartitica ed aconfessionale. Tuttavia CRI richiede ai i sui aderenti di rispettare 7 principi: Umanità, Imparzialità, Neutralità, Indipendenza, Volontariato, Unità e Universalità. Ai corsi CRI effettivamente viene detto più volte ed in modo perentorio che a chi non si riconosce in questi principi è consigliato caldamente di non continuare. Ricordo che alla serata di presentazione del corso a cui ho partecipato io (erano appena accaduti gli attentati di parigi del 13 novembre 2015) quando fu detto che i volontari CRI avrebbero dovuto soccorrere anche il terrorista rimasto ferito, metà dei presenti si sono alzati e più rivisti.
Giuseppe Romoli
Ottobre 17, 2018at 9:09 amvallo a dire ai picchetti in chiesa ai funerali o durante le processioni religiose che usano gli emblemi associativi a scopi religiosi/politici.
tecnicamente i comitati che hanno partecipato a queste cose “di parte” andrebbero chiusi dato che è un offesa verso gli associati di altre confessioni
Massimiliano Napi Mataloni
Ottobre 16, 2018at 4:51 pmNo
Antonio Prastano
Ottobre 16, 2018at 8:36 pmQuesti sono fuori di testa!!!
Alessandro Tarenghi
Ottobre 16, 2018at 9:37 pmPer me no. E anche il discorso CRI…..in servizio rispetto i 7 principi, fuori servizio faccio quello che mi pare e a nessuno deve importare se sono di dx di sx se sono omosessuale o etero, che squadra rifo ecc ecc.
Giuseppe Romoli
Ottobre 17, 2018at 9:08 aminfatti cosi dovrebbe essere, ma qualcuno si permette di farsi i “ca[[i degli altri” per un tornaconto personale
Giuseppe Romoli
Ottobre 17, 2018at 9:07 amun associazione è una cosa, decidono gli associati in assemblea e ne rispondono davanti un giudice.
croce rossa è un altra cosa, sei volontario finche indossando una uniforme rispeti lo statuto dell’associazione.
quello che fai quando non indossi l’uniforme non è di interesse dell’associazione.
se vogliamo scendere nello specifico tuttavia la croce rossa non rispetta il suo principio cardine dell”imparzialità dato che ha il vertice associativo calato dall’alto dalla politica per imposizione. e per anni è stata un associazione di stato (in parte lo è tutt’ora).
se iniziamo a giudicare dalle affiliazioni politiche la maggiorparte dei volontari votano e quindi dovrebbero essere espulsi dall’associazione.
se “giudichiamo” dobbiamo oltemodo giudicare chi segue religioni misogene o con spose bambine o che tollerano la lapidazione o l’uxoricidio.
da sempre usano “pretesti” vari per far fuori questo o quel volontario scomodo.
hanno fatto fuori nel tempo dipendenti solamente eprche dei volontari erano invidiosi e viceversa, oppure volontari validi perchè facevano le cose “legali” e qualcuno che usava le associazioni varie a scopo di “azienda privata” non andava bene.
oggi finisce questo sui giornali ma il mondo dell’associazionismo è pieno di discriminazione, basta fare una ricerca su google
Stefano Bianchi
Ottobre 18, 2018at 10:49 amNo! Ma sappiamo che ormai la democrazia in una certa “associazione” non è più “tollerata” ?
Massimiliano Maia
Ottobre 18, 2018at 3:32 pmAllora dovrebbe essere uguale anche per chi lavora in ospedale, medici e infermieri fanno un giuramento se non sbaglio o hanno un codice deontologico, fanno il loro lavoro con tutti, poi fuori la possono pensare come vogliono.