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MORTO CHE RESPIRA!!!! 42 SU NAPOLI!

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MORTO CHE RESPIRA!!!! 42 SU NAPOLI!

Fu creduta morta dai soccorritori le perizie scagionano il medico

Repubblica —    sezione: TORINO

Il suo caso aveva fatto scalpore: vittima di un incidente stradale, era stata creduta morta dai soccorritori del 118, mentre ancora respirava sotto la coperta termica. Quando l’ errore fu scoperto, Loren Aparecida Dos Santos Landin, brasiliana di 30 anni, giunse all’ ospedale che era in coma. E da quel giorno, il 2 settembre 2006, la donna non si è mai più svegliata. Tutti si chiesero: se il personale medico fosse intervenuto subito, avrebbe potuto tornare a una vita normale? Fu aperta un’ inchiesta e ora, dopo oltre un anno di indagini, la procura ha accertato che non ci sono responsabilità per le condizioni di salute in cui versa la donna, da parte del medico dell’ ambulanza che stilò il suo referto di morte: il pm Giuseppe Ferrando si prepara così a chiedere l’ archiviazione. “Non esiste nesso di causalità tra la condotta dell’ indagato e l’ evento che si è verificato”: è questa la conclusione a cui si è arrivati nel corso di un incidente probatorio in cui tre diversi medici si sono confrontati. Secondo i due periti nominati dal giudice per le indagini preliminari Paola De Zani, (Marco Di Paolo, medico legale dell’ università di Pisa, e Maurizio Raimondi, specialista in rianimazione dell’ università di Pavia) e anche secondo il medico legale Francesco Viglino (scelto dall’ avvocato Luca Marta, il curatore speciale degli interessi della donna) non esiste alcuna relazione tra l’ errore commesso dal medico del 118 Umberto Bertola, e le condizioni di coma in cui è rimasta Loren Dos Santos: in pratica, se anche il medico e gli operatori del 118 si fossero accorti subito che la donna respirava ancora, nessuna pratica di rianimazione avrebbe potuto migliorare il suo stato di salute, in quanto le conseguenze del violentissimo trauma subito dalla vittima non avrebbero potuto in alcun modo essere cambiate o migliorate. L’ esito dell’ incidente probatorio ha dunque “scagionato” Umberto Bertola, 44 anni e da sette alle dipendenze del 118, che è assistito dall’ avvocato Claudio Maria Papotti: l’ accusa per lui era di lesioni colpose. Il medico era rimasto scioccato per l’ errore commesso, ma ha sempre pensato di essersi comportato correttamente: «Quando sono arrivato lei era sotto una coperta, messa da un automobilista di passaggio che già la credeva morta. Lei era a pancia in giù, la faccia girata su un fianco. La fronte aveva uno squarcio da cui era uscito molto sangue. Ho avuto l’ impressione che fosse uscita anche materia cerebrale. Ho cercato il suo respiro e prove che il sangue circolasse, ma non ho trovato conferme. Ho tentato di rianimarla per venti minuti. Le ho fatto l’ elettrocardiogramma la cui traccia era risultata incompatibile con la vita, a quel punto aveva compilato il referto di morte». Loren Dos Santos aveva perso il controllo della sua auto lungo la superstrada fra Brandizzo e Chivasso, dopo un sorpasso azzardato (l’ esame delle urine e del sangue praticato al pronto soccorso di Chivasso aveva poi rilevato la positività all’ alcool): nell’ urto la donna era stata sbalzata sull’ asfalto a trenta metri di distanza. Dove era rimasta per oltre un’ ora, prima che i necrofori si rendessero conto che era ancora viva. (s. mart.)


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