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Ambulanze per pazienti dimessi, serve chiarire
il Tirreno — 15 marzo 2010 pagina 01 sezione: PONTEDERA
PONTEDERA. «Non è la prima volta che ai cittadini viene chiesto di pagare di tasca propria l’ambulanza quando vengono dimessi dall’ospedale. È successo l’altro giorno a un pecciolese che era stato dimesso da ortopedia ma anche ad altri cittadini che poi hanno chiesto l’intervento di altre associazioni della Valdera. Dal momento che c’è un accordo regionale sul trasporto ordinario oltre che per le emergenze questo deve essere rispettato». Franco Taccini, coordinatore della Misericordia di Peccioli, vuole conoscere per quale ragione il reparto di ortopedia del Lotti non si è attivato per chiamare l’ambulanza che avrebbe dovuto trasportate a casa un uomo di 34 anni, di Peccioli, operato a una gamba il giorno prima e che ha una frattura alla clavicola. «Il paziente abita al secondo piano – dice Taccini – non può appoggiare a terra la gamba operata. Qualcuno mi deve spiegare come doveva fare per tornare a casa. Con i mezzi propri? Non scherziamo». La Misericordia oggi chiederà chiarimenti all’Asl. In sostanza, l’ortopedia ha ritenuto che quel paziente non fosse così grave da “meritare” di essere accompagnato a casa a spese dell’Asl. Invece, secondo la Misericordia di Peccioli che poi ha comunque inviato all’ospedale Lotti una propria ambulanza ed ha effettuato il servizio richiesto dal cittadino, c’erano tutte le condizioni per garantire all’utente di essere accompagnato a casa con un’ambulanza a spese del sistema sanitario. «Non è per i 35 euro che può costare il servizio – dice Taccini – è per una questione di principio».
SOLO 35 EURO??? ….SCONTIII-SALDIII!!!
1 Comment
Stefano
Marzo 21, 2010at 9:48 pmBeh da noi costano meno. Non so che cifre conosci tu ma è cosi